ATTACCHI A LUNGO RAGGIO in RUSSIA? Scorte limitate e non farebbero la differenza per la vittoria


Logo Geometra copia4

Attualmente il dibattito è incentrato sulla possibilità di consentire a Kiev di effettuare attacchi a lungo raggio contro la Russia. Questo tema, spesso trattato in contesti internazionali, ha sollevato domande fondamentali: davvero questi attacchi potrebbero cambiare le sorti della guerra o comporterebbero solo rischi eccessivi?

Non è solo la mia opinione, ma lo stesso *Washington Post* ha dedicato un approfondito articolo alla questione, basato su interviste a più di una dozzina di funzionari, provenienti da Stati Uniti, Europa e NATO. Questi esperti, mantenendo l’anonimato, hanno condiviso le loro riflessioni sugli sviluppi attuali e sui motivi per cui gli Stati Uniti continuano a mantenere le restrizioni sugli attacchi con missili a lungo raggio sul territorio russo.

Le limitazioni delle scorte di missili

Una delle questioni centrali è la scarsità di missili a lungo raggio disponibili. Secondo i funzionari intervistati, la quantità di missili è talmente limitata che potrebbero esaurirsi in pochi giorni. Di fatto, un attacco di questo tipo avrebbe un impatto minimo sul campo di battaglia e non sarebbe decisivo per la vittoria dell’Ucraina.

Perché allora continuano a spingerci a credere che queste restrizioni siano la chiave per una svolta? È evidente che la narrazione intorno a questa possibilità non corrisponde alla realtà. Lo stesso Washington Post fa notare come la decisione di revocare il divieto comporterebbe rischi significativi senza reali benefici strategici.

Il ruolo degli Stati Uniti e le tensioni con l’Ucraina

Un altro aspetto cruciale è la dinamica tra Stati Uniti e Ucraina. I funzionari americani hanno spiegato che Kiev dipende ancora fortemente dall’assistenza NATO per programmare e lanciare questi missili, tanto che senza il supporto tecnico americano, gli ucraini rischierebbero di mancare i loro bersagli. Nonostante gli sforzi dell’Occidente, l’Ucraina sembra mostrare poca riconoscenza, lamentandosi costantemente per i limiti imposti dagli Stati Uniti. A tal proposito, alcune frasi riportate nel *Washington Post* esprimono chiaramente la frustrazione degli ufficiali americani nei confronti dei vertici ucraini.

Tale tensione mette in evidenza una divisione crescente, non solo tra Washington e Kiev, ma anche all’interno della stessa amministrazione Biden. Alcuni sono contrari a qualunque revoca delle restrizioni, preoccupati per l’escalation che potrebbe innescarsi. Il rischio è chiaro: permettere attacchi profondi sul territorio russo porterebbe la NATO, e quindi anche noi europei, in uno scontro diretto con Mosca.

I rischi di un’escalation

Nonostante alcuni politici e media occidentali cerchino di minimizzare i pericoli di una tale mossa, è indubbio che il rischio di escalation esista. Anche se molti ci raccontano che il conflitto non si allargherà, Putin vede già la guerra in Ucraina come uno scontro diretto con l’Occidente, con Europa e Stati Uniti dietro le quinte a supportare Kiev.

Proprio per questo, ci sono molti dubbi sull’efficacia di tali attacchi: non solo le scorte di missili sono limitate, ma gli Stati Uniti non hanno ricevuto alcun argomento convincente da parte dei leader ucraini che dimostri come attaccare in profondità il territorio russo cambierebbe davvero il corso della guerra.

Retorica vs realtà

Alla fine, quindi, la domanda è legittima: a cosa servirebbe revocare queste restrizioni? Con scorte limitate e un altissimo rischio di escalation, sembrerebbe che ci sia ben poco da guadagnare e molto da perdere.

Allora perché alcuni media e politici continuano a spingere su questo tema? È chiaro che ci sia una forte componente di propaganda in gioco, soprattutto quando vediamo il Parlamento Europeo schierarsi apertamente a favore della revoca dei divieti, ignorando i rischi.

Questa discussione solleva questioni cruciali non solo per la strategia militare, ma anche per il futuro dell’Europa. L’idea che attacchi limitati con missili a lungo raggio possano portare alla vittoria è, a conti fatti, una narrativa che non regge. La verità è che gli attacchi a lungo raggio non farebbero la differenza, mentre i rischi di una escalation fuori controllo sono ben più concreti.

Le fonti dell’articolo

_____________________
Grazie per aver letto questo articolo!
Se ti è piaciuto ti invito ad abbonarti 👈 qui.

Con il tuo sostegno, potrò continuare a produrre contenuti di qualità e a condividere le mie conoscenze e le mie idee con te, sia attraverso il sito che attraverso i miei video su YouTube.
Grazie per il tuo supporto!

grazie

Danilo Torresi

Lascia un commento