Bonus mobili 2020, come accedere alla detrazione, cosa comprende e a chi spetta.
PANORAMICA
La prima delle grandi guide che voglio affrontare nel 2020 è il bonus mobili.
Il bonus mobili che fa parte, insieme al bonus ristrutturazioni e diverse altre, all’universo delle agevolazioni fiscali sulla casa.
Ciò di cui mi occupo prevalentemente, data la mia professione, sono quelle legate a doppio filo a gli interventi edilizi.
Il filtro attraverso il quale ti racconto questi argomenti è quello tecnico da Geometra, anche se per certi versi appartengono più all’ambito fiscale.
Come sempre il mio proposito è quello di non entrare in zone che non mi competono, anche se per completezza nella mia attività di libero professionista le devo studiare e le devo conoscere.
Ciò di cui ti parlo oggi è il bonus mobili, che è una detrazione IRPEF sull’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.
Come ti ho ripetuto molte volte nei vari articoli che ho pubblicato, non consiste in una restituzione di una somma, ma di una detrazione dall’IRPEF, in rate annuali.
Quindi prima di tutto devi avere capienza IRPEF.
Quella di cui ti parlo in questo episodio è valida per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici almeno di classe A+ (o almeno di classe A se sono forni), e fruibile solo per gli acquisti che sono destinati ad un immobile dove è attiva una ristrutturazione.
L’importo massimo sul quale va calcolata la detrazione è 10.000 euro.
Si detrae in dieci rate annuali di pari importo e le spese devono essere necessariamente pagate o con bonifico o con carta di credito o di debito.
Per il 2020 ne può usufruire chi ha iniziato i lavori di ristrutturazione, non prima del 01 gennaio 2019.
La percentuale è il 50% per ogni singola unità immobiliare.
Strutturerò l’articolo nei seguenti capitoli:
1)in cosa consiste la detrazione;
2)le regole da rispettare;
3)quali sono gli interventi edilizi validi;
4)quali sono gli acquisti riconosciuti;
5)quanto puoi detrarre;
6)come effettuare i pagamenti;
7)quali documenti conservare.
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1) IN COSA CONSISTE LA DETRAZIONE
Torniamo all’argomento di questo articolo.
Come ti ho detto all’inizio, il costo per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all’arredamento di un immobile in ristrutturazione può essere detratto.
Il bonus è stato prorogato per tutto il 2020 con la legge bilancio di fine 2019 .
Gli acquisti di arredamenti fatti nel 2020 sono validi per quelle ristrutturazioni che sono iniziate non prima del 01 gennaio 2019.
Mentre per le spese del 2019 la data dei inizio lavori non doveva essere antecedente al 01 gennaio 2018.
Si detrae indicando la spesa nella dichiarazione dei redditi e spetta allo stesso soggetto che usufruisce del bonus per la detrazione delle spese di ristrutturazione.
2) LE REGOLE DA RISPETTARE
Quindi per accedere alle agevolazioni è necessario usufruire anche della detrazione per ristrutturazione sull’unità immobiliare ad uso residenziale.
La detrazione è riconosciuta anche quando i mobili sono destinati ad un’unità pertinente a quella che si sta ristrutturando.
Ad esempio stai ristrutturando il tuo appartamento e acquisti lavatrice e asciugatrice che andranno nella lavanderia che è accatastata con un’unità a parte.
In questi casi è consentito ugualmente detrarre la spesa.
Mentre non lo è quando si usufruisce del “bonus per acquisto” o realizzazione di box e posto auto, anche se pertinenziale.
In caso di lavori sulle parti comuni, come ad esempio l’alloggio del portiere, è possibile detrarre l’acquisto di mobili destinati solo per quell’unità.
La quota poi andrà suddivisa tra i condomini in base ai millesimi.
Importante, la data di inizio lavori deve essere antecedente a quella di acquisto dei mobili, mentre non conta se non sono ancora state sostenute le spese per i lavori edili.
Come puoi dimostrare la data di inizio lavori?
-Se c’è una pratica attiva (CILA, SCIA eccetera) troverai la data dichiarata nella documentazione.
-Nel caso non fosse necessaria nessuna pratica, nessun titolo abilitativo comunale, allora potrai ricavare la data dalla comunicazione fatta all’ASL o all’ispettorato del lavoro.
La notifica preliminare legata alla sicurezza nei cantieri edili.
-Dove non è necessaria nessuna delle precedenti, è sufficiente un atto notorio firmato da te, dove dichiari la data di inizio lavori.
Tra i vari modelli che ho messo a disposizione se ti iscriverai al sito, c’è anche questo.
-Nel caso di un immobile facente parte di un edificio interamente ristrutturato da un’impresa o da una cooperativa, la data di inizio lavori corrisponde con la data di assegnazione o di acquisto.
Non specifica invece nulla riguardo alla fine lavori.
I titoli abilitativi presuppongono una data di fine lavori, che deve essere comunicata.
Per quanto riguarda i mobili, non risulta nessun vincolo che obblighi l’acquisto prima della fine lavori, quindi presuppongo possa avvenire anche successivamente, sempre però entro il 31 dicembre 2020.
3) QUALI SONO GLI INTERVENTI EDILIZI VALIDI
Passiamo quindi alle opere di ristrutturazione, per capire quali sono gli interventi edilizi validi.
Dipende da dove e da cosa andrai a fare.
Per le singole abitazioni, gli interventi consentiti con i quali puoi accedere al bonus mobili sono:
-manutenzione straordinaria;
-restauro e risanamento conservativo;
-ristrutturazione edilizia.
No manutenzione ordinaria.
Quando gli interventi invece sono sulle parti comuni sempre edifici residenziali, sono riconosciuti tutti e quattro i precedenti:
-manutenzione ordinaria;
-manutenzione straordinaria;
-restauro e risanamento conservativo;
-ristrutturazione edilizia.
Il bonus è valido anche in caso di spese sostenute per la ricostruzione di un edificio danneggiato da un evento calamitoso, per il quale sia stato dichiarato lo stato di emergenza.
Sono valide anche quelle per gli immobili facenti parte di fabbricati interamente ristrutturati da un’impresa o da una cooperativa, dove però gli immobili devono essere venduti o assegnati entro 18 mesi dalla fine lavori.
Il bonus mobili non è fruibile, in caso di lavori di riqualificazione energetica.
Per comprendere meglio le quattro tipologie che ti ho detto poco fa, ti faccio degli esempi:
-le tinteggiature e il rifacimento degli intonaci sono manutenzione ordinaria;
-realizzare un nuovo bagno, spostare modificare quello esistente, o modificare la distribuzione interna delle pareti divisorie, rientra nella manutenzione straordinaria;
-modificare le facciate, realizzare o spostare nuove aperture, o fare degli ampliamenti, rientra nella ristrutturazione edilizia;
-intervenire invece sull’aspetto delle facciate o sulle altezze interne per adeguarle alle normative attuali, di un edificio con interesse storico o architettonico, rientra in restauro e risanamento conservativo.
Puoi trovare un elenco più dettagliato nella guida che ha pubblicato e che pubblica ogni anno l’Agenzia delle Entrate, riguardante le ristrutturazioni.
Ancora meglio, nel testo unico per l’edilizia, il DPR 380/2001.
4) QUALI SONO GLI ACQUISTI RICONOSCIUTI
Quali sono gli acquisti per i quali è consentito accedere alle agevolazioni?
Puoi detrarre ad esempio acquisti come tavoli, sedie, letti, armadi, eccetera.
Porte e pavimenti sono esclusi perché fanno parte degli interventi della parte edilizia.
Sono esclusi inoltre tendaggi e complementi d’arredo.
Tra gli elettrodomestici, sono detraibili quelli con classe energetica almeno di A+ (o almeno di A per i forni), ad esempio frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, eccetera.
Tra le spese sono comprese anche il trasporto e l’eventuale montaggio.
5) QUANTO PUOI DETRARRE
Quando puoi detrarre di queste spese?
La detrazione per le spese, come ho già detto più volte in questo video, è legata agli interventi chiamati molto genericamente “di ristrutturazione”.
Legata ma indipendente, cioè i tetti massimi sono distinti.
I 96.000 euro sui quali calcolare il 50% delle spese per gli interventi edilizi è una cosa.
I 10.000 euro sui quali calcolare il 50% delle spese di acquisto dell’arredamento, è un’altra.
La somma calcolata sui 10.000 euro, 50% di 10mila euro, va detratta in dieci anni, in dieci quote annuali di pari importo va moltiplicata per ogni immobile di tipo residenziale.
Ti faccio un esempio:
acquisti mobili o elettrodomestici per un importo di 15.000 euro.
Di questi 15.000 euro il 50% lo potrai calcolare solo su 10.000.
Quindi saranno 5.000 da suddividere in dieci anni.
Cioè 500 euro che puoi detrarre ogni anno.
Per i lavori che proseguono a cavallo dei più anni, l’importo complessivo massimo sarà sempre 10.000 euro.
C’è da fare un appunto però sulle unità valide per le quali moltiplicare il tetto massimo di 10.000 euro.
Sono valide quelle censite al catasto, al momento dell’inizio lavori, prima che i lavori siano effettuati.
Ti faccio un esempio per farti capire meglio.
Stai ristrutturando due appartamenti, dai quali ne ricaverai quattro alla fine dei lavori.
L’importo massimo di 10.000 euro va moltiplicato per due e non per quattro.
Allo stesso modo però, in caso di fusione dei due appartamenti, realizzandone uno più grande dopo i lavori, l’importo massimo di 10.000 euro va moltiplicando sempre per due.
6) COME EFFETTUARE I PAGAMENTI
Per poter detrarre è necessario che queste spese vengano sostenute tramite bonifico o con carta.
Non è necessario che il bonifico sia di tipo parlante, come per le opere edili.
Puoi detrarre anche in caso di finanziamento, purché la società che eroga il finanziamento paghi con le stesse modalità che ti ho appena detto.
7) QUALI DOCUMENTI CONSERVARE
Per dimostrare di poter accedere ai bonus, devi conservare della documentazione:
-le ricevute dei bonifici o delle transazioni degli acquisti fatti con carta di credito o di debito;
-la documentazione di addebito sul conto corrente;
-le fatture dei mobili e degli elettrodomestici acquistati, con specificato cosa, la quantità e gli eventuali servizi aggiuntivi.
CONCLUSIONI
Per concludere ti riassumo i punti salienti.
Puoi detrarre il 50% di 10.000 euro per ogni immobile.
Devi avere una ristrutturazione attiva.
Devi pagare con bonifico o carta e l’acquisto deve avvenire dopo la data di inizio lavori.
A presto.
grazie
Ciao Danilo,
avrei una domanda che il tuo (ottimo) articolo non risolve del tutto.
In breve: sto effettuando una ristrutturazione edilizia per una mia seconda casa e voglio usufruire del bonus mobili.
I lavori sono in corso, non sono residente in quell’immobile, cosa deve riportare la fattura come indirizzo? Quello di mia residenza o dell’immobile oggetto della ristrutturazione?
Posso indicare come indirizzo di consegna dell’ordine effettuato per i mobili la mia residenza (nella nuova casa non ci sarebbe nessuno a riceverli) o un altro indirizzo dove “conserverei” i mobili fino al momento di montarli oppure il ddt deve per forza contenere la destinazione verso l’immobile oggetto della ristrutturazione?
Grazie se potrai rispondermi!
Ciao Franco. Ti consiglio di porre questa domanda ad un commercialista. Comunque credo sia risolvibile, inserendo nella fattura i riferimenti dell’immobile oggetto di intervento, al di la della residenza dell’intestatrio