Nel rapporto ISTAT del 01 marzo 2023 inerente l’anno 2022, il settore dell’edilizia traina il PIL con il suo +10,2%, ma il deficit è rivisto al ribasso -8% (anche se migliore rispetto al 2021) a seguito del cambiamento del metodo contabile. Le ultime notizie delle conseguenze della cessione del credito e del Superbonus 110.
L’EDILIZIA TRAINA IL PIL NEL 2022
Il rapporto ISTAT pubblicato mercoledì 01 marzo 2023 denota come il settore dell’edilizia e delle costruzioni nel 2022 abbia avuto un’importanza fondamentale, segnando un +10,2% rispetto all’anno precedente, contribuendo ad una crescita del PIL del +3,7%.
Dopo il +20,7% del 2021 rispetto al 2020 (valore revisionato nell’ultima pubblicazione) conferma quanto il settore dell’edilizia contribuisca all’economia dell’Italia, anche grazie ai bonus edilizi ed ai meccanismi della cessione del credito e dello sconto in fattura.
Nonostante per la quasi totalità dell’anno 2022 il mercato dei crediti sia stato sostanzialmente bloccato, il volàno avviato col Superbonus 110 ha continuato a far sentire i suoi effetti, con conseguenze sui posti di lavoro, contributi, indotto ecc.
CAMBIANO LE REGOLE DI CALCOLO DEL CREDITO
Negativo è il deficit (rapporto debito pubblico/PIL) -8%, migliore rispetto al -9% del 2021 nonostante la revisione a seguito del cambiamento del metodo contabile dei crediti edilizi avviato da Eurostat.
Nel commento l’ISTAT riporta “Il rapporto tra l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato un miglioramento rispetto al 2021. Il valore dell’indebitamento è stato rivisto a seguito del cambiamento introdotto nel trattamento contabile dei crediti di imposta.”
Il cambiamento non ha impatto sul lungo periodo e ciò comporta solo la revisione del rapporto debito/PIL per gli anni 2020 e 2021 che ovviamente sono stati rivisti al ribasso. La conseguenza è lo sgravio dagli anni futuri (a partire dal 2023) dell’impegno dello Stato per i bonus edilizi. Impegno che comunque era già stato considerato nelle manovre degli anni precedenti.
Come ha affermato Eurostat in audizione al Senato il 14 febbraio 2023 “…la pagabilità o non pagabilità di un credito non ha alcuna influenza né sul debito dello Stato, né sulla cifra finale totale da imputare come effetto sul deficit negli anni impattati da tale misura, ma solamente sul profilo temporale dell’impatto sul deficit nel corso degli anni.”
IL SETTORE DELL’EDILIZIA IN FASE DI ABBANDONO
Al netto quindi dei metodi di calcolo cambiati “in corso d’opera”, che spostano, come nel gioco delle tre carte, il debito dello Stato tra i vari anni, resta il dato di crescita del settore delle costruzioni.
Due anni positivi a doppia cifra dopo oltre un decennio di stallo.
Come può essere ignorato un tale fattore in funzione della crescita dell’economia?
Sicuri che un investimento (chiamato debito) da parte dello Stato in un settore con questi numeri non porterà nel lungo periodo una crescita?
Lascio queste valutazioni ai più esperti in materia. Io come sempre mi pongo dei quesiti e cerco di comprendere i perché.
intanto il MEF si è già espresso sottolineando che continuerà sulla strada del DL 11/2023 per eliminare il sistema della cessione del credito (ed i bonus di conseguenza), e soprattutto a far sì che non venga “replicato”. Contestualmente scarica la responsabilità dei crediti incagliati su chi ha introdotto la norma, senza però dare indicazioni concrete su quali saranno le manovre per risolvere il problema.
Fonti:
ISTAT PIL E INDEBITAMENTO DELLE AP – ANNO 2022
IlSole24Ore
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