I COMANDANTI DELL’ESERCITO DI KIEV hanno messo in dubbio KURSK


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Kursk: Cosa Non Ti Dicono i Media sull’Operazione

Uno dei motivi principali per cui realizzo questi video è per esprimere il mio dissenso riguardo a certe scelte politiche, scelte che ritengo non tutelino davvero i nostri interessi, i tuoi come i miei. Voglio sottolineare le storture e le contraddizioni che spesso emergono nelle informazioni che ci vengono riportate, specialmente quando si parla di eventi o decisioni che hanno impatti significativi sulle nostre vite.

Pensa a quando i principali media raccontano tutti la stessa versione di una storia, spesso addirittura usando le stesse identiche parole. In questi casi, mi chiedo: perché non c’è un approfondimento? Perché tutti arrivano alle stesse conclusioni contemporaneamente? Questa uniformità di pensiero mi fa sospettare. E uno degli esempi più recenti è l’operazione Kursk.

L’entusiasmo iniziale: troppo bello per essere vero?

Ad agosto, i media hanno presentato Kursk come un successo straordinario per l’Ucraina. Se ci ripensi, forse ricorderai l’ondata di entusiasmo che ha accompagnato questa operazione. Era osannata da chi sperava nella sconfitta della Russia e nella vittoria dell’Ucraina. C’era un’eccitazione palpabile, quasi come se questa operazione potesse risolvere i problemi degli ultimi due anni e mezzo. Tuttavia, molto presto ci siamo resi conto che le cose non stavano affatto così.

La realtà dei fatti

Quello che ci era stato raccontato inizialmente non corrispondeva alla realtà. Gli obiettivi annunciati non sono stati raggiunti, e oggi i soli a sostenere che Kursk sia stato un successo sono i “guerrafondai da divano” e lo stesso Zelensky. Il presidente ucraino ha dichiarato che l’incursione nell’oblast di Kursk ha costretto la Russia a spostare parte delle sue forze dall’Ucraina per difendersi sul proprio territorio. Ma i fatti raccontano un’altra storia.

L’Institute for the Study of War, una fonte autorevole che ti invito a consultare (trovi i link in descrizione), afferma il contrario: la pressione russa nel Donbass non è diminuita, anzi è aumentata. In più, Zelensky ha detto che, grazie a Kursk, il rapporto tra l’uso di artiglieria russa e ucraina è migliorato, passando da 12:1 a 2,5:1. Ma è davvero così? Le informazioni sono talmente contraddittorie che è difficile capire dove sia la verità.

Le contraddizioni nelle strategie

Fin dall’inizio, mi sono chiesto – e non solo io – quale fosse il vero obiettivo strategico di un’incursione in territorio russo. L’Ucraina, fino a quel momento, veniva dipinta come la parte aggredita. Allora perché trasformarsi in aggressore? Non sarebbe stato più sensato difendere il Donbass, piuttosto che attaccare la Russia? E poi, non ci avevano detto che l’esercito russo era impreparato? Se era davvero così, perché la Russia ha riconquistato parte del territorio perso così velocemente?

Le informazioni fornite dai media hanno continuato a cambiare, alimentando ulteriori dubbi. Prima ci raccontavano che l’Ucraina controllava vasti territori, poi quando la Russia ha recuperato alcune zone, ci è stato detto che quegli stessi territori non erano realmente sotto controllo ucraino. Insomma, le contraddizioni non fanno che accumularsi.

Malumori interni all’esercito ucraino

Un altro elemento importante da considerare è il malcontento all’interno delle stesse forze armate ucraine. *Politico*, un giornale internazionale di stampo atlantista, riporta che diversi alti ufficiali ucraini hanno espresso perplessità riguardo all’operazione Kursk. Uno di questi è Emil Ishkulov, comandante dell’80ª Brigata, che è stato licenziato a luglio dopo essersi opposto all’incursione. Emil Ishkulov temeva che le sue truppe sarebbero rimaste troppo esposte in territorio russo, con il rischio di un bilancio di vittime altissimo.

Questo tipo di dissenso interno evidenzia ulteriormente la fragilità della strategia adottata. La stessa operazione, che doveva rappresentare un punto di svolta, si è rivelata una fonte di nuove preoccupazioni, con un altissimo costo in termini di vite umane.

Cosa ci raccontano davvero i media?

Le informazioni che ci vengono fornite dai media mainstream devono essere prese con cautela. Anche quando sembrano unanimi nel raccontare un determinato evento, spesso è leggendo tra le righe che emergono le vere contraddizioni. L’operazione Kursk, che all’inizio sembrava un successo, si è rivelata problematica sotto molti punti di vista.

Se continuiamo a sostenere questa guerra senza riflettere criticamente su ciò che ci viene detto, rischiamo di ignorare la realtà. Gli esperti che ci avevano raccontato di una Russia sconfitta e disorganizzata ora devono fare i conti con una situazione ben diversa. E mentre i media cercano di adattare la narrativa, le vite dei giovani ucraini continuano a essere sacrificate per interessi politici che poco hanno a che fare con la loro reale difesa.

Conclusione

Quello che possiamo imparare dall’operazione Kursk è l’importanza di non fidarci ciecamente di ciò che ci viene raccontato. È fondamentale mantenere uno spirito critico e cercare di approfondire, anche quando tutte le fonti sembrano d’accordo. Solo così possiamo davvero comprendere cosa sta accadendo e quali siano le implicazioni reali per l’Ucraina, per la Russia e, in definitiva, per tutti noi.

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Danilo Torresi

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