Colpita la Crimea: incendio a Feodosia in un deposito petrolifero e attacco hacker in Russia


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Ebbene sì, la Russia, di solito accusata di sferrare attacchi hacker su scala globale, questa volta si trova dall’altra parte della barricata. Sì, hai letto bene: un attacco hacker ha colpito proprio l’infrastruttura digitale russa, provocando il caos in vari canali televisivi e radio. Ma andiamo con ordine, perché oggi ci sono due notizie di fuoco – letteralmente e non solo – dalla Crimea fino alla rete informatica russa.

Notte di fuoco a Feodosia: attacco con droni a un deposito petrolifero

Partiamo dalla Crimea, dove un incendio ha illuminato la notte nella città costiera di Feodosia, proprio a causa di un attacco con droni. L’obiettivo? Un deposito petrolifero tra i più grandi della penisola, strategico per le forniture belliche russe. E l’esercito ucraino non ha esitato a rivendicarne la responsabilità, affermando che questa incursione è parte della loro strategia per indebolire il potenziale militare ed economico della Russia.

La situazione è piuttosto seria: l’attacco ha provocato feriti e danneggiato cinque serbatoi di carburante, bloccando il traffico ferroviario e stradale nella zona. L’incendio? Beh, lo spettacolo di fiamme e colonne di fumo nero ha inevitabilmente fatto il giro dei social, con video che mostrano la potenza della deflagrazione e i danni causati. Se non l’hai visto, ti lascio il link in descrizione (per gli abbonati).

Non mancano, naturalmente, le speculazioni: mentre alcuni affermano di aver sentito missili o droni, altri sostengono di non aver udito nulla di simile. Ma diciamocelo, che l’incendio si sia generato spontaneamente è poco credibile, soprattutto considerando che l’esercito ucraino ha già cantato vittoria per l’attacco.

Attacco hacker in Russia: la rivincita digitale?

E come se non bastasse il caos in Crimea, ecco la notizia che non ti aspetti: la Russia stessa vittima di un attacco hacker. E qui viene il bello, perché non si tratta di un cyber-attacco qualunque. No, no! Stavolta l’obiettivo è stato nientemeno che l’infrastruttura digitale di uno dei più grandi patrimoni informativi russi: la VGTRK, l’emittente statale.

Questo attacco, rivendicato da un gruppo anonimo filo-ucraino, ha mandato in tilt vari canali televisivi come Rossiya 1 e Rossiya 24, oltre a diverse stazioni radio. I server interni sono stati distrutti, costringendo i dipendenti a cambiare sede pur di poter continuare a trasmettere. Anche in questo caso, potrai immaginare il disastro in termini di danno d’immagine e, chissà, forse anche economico.

E ora sorge la grande domanda: perché? A cosa serve un attacco del genere? Certo, potrebbe essere una dimostrazione di vulnerabilità del Cremlino, un modo per colpire l’immagine della Russia come impenetrabile fortezza digitale. Ma c’è davvero un vantaggio economico? Probabilmente no, almeno non nell’immediato. Tuttavia, in un mondo così connesso, un attacco informatico ben riuscito può rallentare i processi, causare perdite di dati e creare un disagio non indifferente.

Uno scenario in continua evoluzione

Mentre ci addentriamo sempre di più in questa guerra ibrida fatta di droni e attacchi hacker, resta solo da vedere come evolveranno le cose. Da un lato, gli attacchi militari si intensificano sempre più, dall’altro anche il mondo digitale non sembra essere al sicuro. Zelensky, nel frattempo, continua a chiedere insistentemente il via libera per l’uso di missili a lungo raggio in Russia, e pare che questo sarà uno dei temi centrali del prossimo incontro a Ramstein.

Insomma, tra fuochi (non di gioia) in Crimea e attacchi hacker senza precedenti, possiamo aspettarci che questo scenario sia tutt’altro che vicino a una risoluzione.

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Danilo Torresi

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