Iniziamo con una premessa: se ti sei perso qualche pezzo di guerra in Ucraina, non sei il solo. La narrativa mainstream ha fatto un bel lavoro nel farti credere che tutto stesse andando a gonfie vele per Kyiv, fino a quando, all’improvviso, vedi titoli che parlano di cadute e disfatte. Cade Vuhledar, e ora anche Toretsk. Sorpreso? Non dovresti esserlo.
Per chi, come noi, non si accontenta delle notizie di superficie e cerca di scavare un po’ più a fondo, era chiaro che la situazione per l’Ucraina non era rose e fiori. I media ti raccontano una storia fino a un certo punto, e poi… ops, ecco che Toretsk è caduta. Una città strategica? Sì. Ma fino a ieri, nessuno te lo diceva.
Toretsk: l’ennesimo pezzo del domino che cade
Il copione è sempre lo stesso. I media non possono fare altro che riportare ciò che è ormai innegabile: l’esercito russo è entrato a Toretsk, un altro punto chiave nel Donbas. Lo dice pure Repubblica, se te lo stai chiedendo. È tutto nero su bianco: Toretsk è caduta e non è solo una cittadina qualunque. Si tratta di uno snodo cruciale per l’avanzata russa verso Pokrovsk, il prossimo obiettivo strategico.
Quello che forse non sapevi è che la caduta di Toretsk era praticamente inevitabile. Lo avevano già preannunciato i combattimenti nelle periferie orientali e, anche se ci piace far finta di niente, la situazione era destinata a degenerare. I russi hanno lanciato 23 attacchi in un solo giorno e, purtroppo per l’Ucraina, non si fermano qui.
Kursk: distrazione o pozzo senza fondo?
E mentre Toretsk crolla, non possiamo non parlare di Kursk, la distrazione che ha risucchiato le forze ucraine come un buco nero. Dopo aver spostato le truppe d’élite dal Donbas a Kursk, l’Ucraina sperava di ottenere un (non abbiamo ancora capito bene cosa). Ma non è andata esattamente così, anzi. Le forze ucraine sono state trascinate in una specie di tira e molla con i russi, dove riconquistano un territorio e lo perdono poco dopo, in un circolo vizioso che non sembra avere una fine. E mentre sono impegnate in questo balletto, Toretsk cade.
La narrativa che non regge più
Se ti stai chiedendo come mai fino a ieri sembrava che l’Ucraina stesse vincendo, devi fare i conti con la propaganda. Ti hanno venduto la favola che le sanzioni avrebbero piegato Putin, che l’esercito russo fosse allo sbaraglio, e che l’Ucraina sarebbe tornata a controllare persino la Crimea. Eppure, siamo ancora qui a vedere città come Toretsk crollare una dopo l’altra.
I media occidentali hanno fatto leva sulla nostra scarsa capacità di approfondire, distratti da mille altre cose. Ecco perché oggi molti si ritrovano spiazzati, chiedendosi: “Ma l’Ucraina non stava vincendo?”. La verità è che, dietro le quinte, la situazione è sempre stata ben diversa.
Pokrovsk: il prossimo obiettivo
Toretsk è solo un pezzo del puzzle. L’obiettivo vero si chiama Pokrovsk, uno snodo logistico di altissimo valore strategico. Cosa succederà quando cadrà anche Pokrovsk? Preparati ai soliti titoloni sui media che minimizzeranno l’importanza di questo nuovo insuccesso per l’Ucraina. Sarà lo stesso copione che abbiamo già visto.
La Polonia e il suo gioco sottile
Mentre tutto questo accade, non possiamo non notare come la Polonia abbia saputo giocare bene le sue carte. Ha stretto rapporti sempre più forti con gli Stati Uniti, sostituendo la Germania come principale alleato degli americani in Europa. E mentre noi del Sud Europa siamo sempre più dipendenti da gas e petrolio del Nord, i paesi scandinavi se la cavano benissimo con le rinnovabili. Noi, invece, ci accorgiamo troppo tardi di quanto la situazione ci stia sfuggendo di mano.
Un disastro annunciato
Alla fine, la realtà è che ci siamo cacciati in un disastro da cui sarà difficile uscire indenni. Le vite perse, sia ucraine che russe, il tracollo economico e le ripercussioni geopolitiche ci accompagneranno per decenni. E intanto, dall’altra parte dell’Atlantico, gli Stati Uniti, che tanto ci hanno spinto in questa direzione, probabilmente si tireranno indietro. E se dovesse vincere Trump? Prepariamoci a vedere gli americani alzare le mani e lasciare a noi i cocci di questo disastro.
Ma non disperiamo troppo, no? In fondo, si sa, il tifo cieco non porta mai nulla di buono. Vediamo come andrà a finire questa partita, anche se gli ultimi sviluppi non promettono niente di buono.
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