Ok, lo so cosa ti starai chiedendo: ma non avevano detto che la Russia era ormai alle strette? Che la loro economia era al collasso, che erano senza missili, senza soldati e praticamente senza tutto? E invece… voilà, Kursk è tornata sotto controllo russo, (quasi) poco a poco. Lo dice Der Spiegel, quindi a quanto pare non lo sto inventando. I russi stanno gradualmente riprendendo i territori che gli ucraini avevano conquistato ad agosto nella famosa “azione dimostrativa”. Quella che, diciamolo, ha fatto tanto rumore sui media, ma si è rivelata tatticamente un fallimento.
Ora, però, non preoccuparti! Perché tanto ci rassicurano sempre: “La Russia è in difficoltà, sta perdendo uomini a bizzeffe, il loro bilancio è in ginocchio”. Lo ripetono talmente spesso che quasi ci crediamo, nonostante i fatti raccontino altro. E se siamo qui a parlarne, è perché forse, come te, anche io mi informo oltre i soliti titoloni sensazionalistici.
La tattica della guerra che non funziona (tranne che per chi la fa)
Sia chiaro, la Russia sta riconquistando villaggi sperduti, eh, non città. Però quando l’Ucraina entrava in questi territori ad agosto, sembrava che fossero a un passo dal prendere Mosca. E i media lo esaltavano. Oggi, quando i russi riprendono questi stessi villaggi, magicamente diventano piccoli agglomerati senza valore strategico. Doppio standard? Forse. Si chiama propaganda, che in guerra ci hanno detto sia la normalità.
E mentre tutto questo accade, continuiamo a perdere. Sì, noi. L’Europa, che ha avallato una guerra che non ci riguarda direttamente, continua a sprofondare in una crisi economica e sociale senza precedenti. Ma tranquilli, ci dicono sempre che “la Russia è in difficoltà”. Così possiamo dormire sonni tranquilli, anche se il latte costa il doppio e l’energia… lasciamo stare.
Le armi risolutive… o forse no
Le armi che avrebbero dovuto risolvere tutto. Ti ricordi? Prima i carri armati, poi i missili, poi gli F-16. Ogni nuovo annuncio era la svolta decisiva per la vittoria dell’Ucraina. Ora addirittura si parla di armi nucleari chieste da Zelensky. Ma l’Europa, nel frattempo, sembra quasi farsi del male da sola: sanzioni su sanzioni contro la Russia, e chi ci rimette? Noi, ovviamente. Come se Draghi non avesse detto che queste avrebbero messo la Russia “in ginocchio” in un attimo. Abbiamo visto.
Poi ci sono quelli che raccontano di come questa guerra stia consumando il 40% del bilancio russo, eppure… la Russia continua a combattere. Ogni giorno, un pezzetto in più dell’Ucraina torna sotto il controllo di Mosca.
Un conflitto che potevamo evitare?
Ora, tra una propaganda e l’altra, mi viene da chiedere: non sarebbe stato meglio, a un certo punto, sedersi a un tavolo e iniziare a negoziare? Invece di continuare a sostenere economicamente e militarmente una guerra che, alla fine, si sta rivelando un boomerang per l’Europa? Non sarebbe stato più saggio suggerire a Zelensky di ripensarci, piuttosto che buttarsi a capofitto in un conflitto che sta devastando il suo paese?
Ma no, siamo andati avanti. Abbiamo accettato di tagliare in due l’Europa, di abbattere la nostra economia e di inchinarci agli interessi altrui. E ora ci troviamo a commentare la riconquista di Kursk da parte della Russia, mentre cerchiamo di far quadrare i conti per arrivare alla fine del mese.
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