Rutte spinge la NATO a fornire più aiuti all’Ucraina e torna sull’adesione all’alleanza


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In un clima di caos geopolitico – tra dichiarazioni incendiarie e alleanze che sembrano sul punto di riscrivere la mappa del potere mondiale – l’Europa si trova a guardare con apprensione il futuro. L’elezione di Donald Trump ha scatenato una valanga di reazioni e si assiste a un gioco di forza che rischia di destabilizzare equilibri già fragili. In tutto questo, Mark Rutte, segretario generale della NATO, sta spingendo come mai prima affinché l’Alleanza dia un ulteriore, deciso supporto all’Ucraina. Un’escalation di aiuti mirata a garantire che, quando – e se – Trump si siederà davvero a quel tanto discusso tavolo delle trattative, Kiev abbia i mezzi per trattare da una posizione di forza.

Un punto fermo per l’Ucraina: la NATO

Da mesi si parla di un possibile ingresso dell’Ucraina nella NATO, una possibilità tanto desiderata da Zelensky quanto ostacolata dalle circostanze. Non è semplice per un paese in guerra entrare a far parte di un’organizzazione che si basa sul principio di sicurezza collettiva. Per adesso, la risposta ufficiale della NATO è un diplomatico “ni”. Non si sa bene quando e come, ma il processo, dice Rutte, è “irreversibile”. Come a dire: ci siamo impegnati, adesso l’ingresso di Kiev nell’Alleanza è solo questione di tempo. Ma quando questo accadrà, rimane un’incognita.

In tutto questo, la questione si fa ancora più tesa ora che Trump ha promesso di fermare la guerra “in 24 ore” e sospendere i finanziamenti a Kiev. Una promessa che, se da un lato offre una prospettiva di fine immediata al conflitto, dall’altro preoccupa seriamente i paesi europei e la NATO. Insomma, il rischio che Trump decida di fare tutto di testa sua è concreto, con l’Europa che potrebbe ritrovarsi costretta a un aumento della spesa per difendersi e a sostenere l’Ucraina in modo indipendente.

La minaccia della Corea del Nord e il coinvolgimento globale

Come se non bastasse, entra in gioco anche la Corea del Nord, con soldati che, sebbene lontani dal campo di battaglia, avrebbero iniziato a muovere i primi passi a supporto della Russia. Cosa ci guadagna Pyongyang in questo? Tecnologia missilistica, si mormora, forse da Mosca. Una minaccia concreta per l’Asia orientale, ma anche per l’Europa, come possibili obiettivi dei missili a lungo raggio.

La strategia americana e la confusione tra NATO e UE

Tra gli europei, aleggia il sospetto che, con o senza Trump, la politica degli Stati Uniti non cambierà: continueranno a cercare di esercitare un’influenza decisiva sulle decisioni dell’Europa. Ma attenzione, non siamo la NATO, anche se spesso sembra che i confini tra Unione Europea e Alleanza Atlantica si confondano.

C’è bisogno di maggiore indipendenza? Assolutamente sì. Ma c’è anche la consapevolezza che l’Europa, da sola, non possa mantenere la stessa posizione di forza senza l’appoggio statunitense. Tuttavia, come ricordato da Rutte, per mettere fine al conflitto non basta la decisione degli Stati Uniti. È essenziale un dialogo tra Ucraina e Russia, un dialogo che solo Kiev può aprire, con il supporto della NATO, sì, ma senza genuflettersi di fronte alle decisioni di Washington.

L’Europa tra alleanza e autonomia

Qui non si tratta di farci condurre per mano, ma di tenere gli occhi aperti e lavorare per i nostri interessi europei. La speranza è che i nostri rappresentanti capiscano l’importanza di mantenere una certa indipendenza strategica. Trump può anche essere il presidente degli Stati Uniti, ma noi non siamo gli Stati Uniti. Se una sua decisione dovesse allinearsi casualmente ai nostri interessi, bene. Ma ricordiamoci che non lo fa per l’Europa.

Questo conflitto è una prova di resistenza per tutti, un test per capire fino a che punto l’Europa sia pronta a difendere i propri interessi, all’interno di una NATO che sembra in balia di continue tensioni interne.

In attesa di vedere quali saranno le prossime mosse di Trump – sperando che il suo “schiocco di dita” risolva davvero la situazione – io continuerò a monitorare e commentare gli sviluppi.

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Danilo Torresi

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