L’Ucraina attacca il gasdotto TurkStream che porta gas alla Turchia e all’Europa


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Un nuovo attacco contro le infrastrutture energetiche si aggiunge alla lista: stavolta nel mirino c’è il TurkStream, il gasdotto che collega la Russia all’Europa attraverso il Mar Nero. Secondo quanto riportato dal Ministero della Difesa russo, sabato scorso nove droni ucraini hanno tentato di colpire una stazione di distribuzione del gas nella regione russa di Krasnodar. L’attacco, fortunatamente, è stato sventato senza feriti, ma rimangono i danni derivanti dalla caduta dei detriti.

Questo gasdotto è cruciale per l’approvvigionamento energetico di diversi Paesi europei, e il tentativo di sabotaggio rappresenta l’ennesimo episodio che mette a rischio la già delicata situazione energetica del nostro continente. Andiamo a vedere più da vicino i dettagli e le conseguenze di questo attacco.

Cos’è il TurkStream?

Il TurkStream, inaugurato nel 2020, è un’infrastruttura strategica per il trasporto del gas russo verso l’Europa sud-orientale e meridionale. Si compone di due tubi paralleli lunghi 930 km, che attraversano il Mar Nero collegando Anapa, nella regione di Krasnodar in Russia, a Kıyıköy, nel nord-ovest della Turchia.

Il gasdotto ha una capacità di trasporto di 31,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno e fornisce gas non solo alla Turchia, ma anche a diversi Paesi europei, tra cui Bulgaria, Serbia, Ungheria, Grecia, Macedonia del Nord, Bosnia-Erzegovina, Romania e Croazia. In questo contesto, l’attacco al TurkStream non è solo un colpo alla Russia, ma una minaccia diretta alla sicurezza energetica di questi Paesi e, indirettamente, di tutta l’Europa.

I dettagli dell’attacco

Secondo il Ministero della Difesa russo, l’attacco è stato effettuato con nove droni ucraini che hanno preso di mira una stazione di distribuzione del gas nella regione di Krasnodar, a circa 380 km dal fronte ucraino. La Russia ha dichiarato di aver intercettato e distrutto i droni, evitando danni significativi alla condotta principale.

Non è il primo tentativo di sabotare il TurkStream. Già nel settembre 2022, l’FSB russo aveva riferito di aver sventato un tentativo di sabotaggio nella stessa area, attribuendo l’azione ai servizi segreti ucraini. Nel maggio 2023, un drone navale ucraino aveva attaccato una nave russa incaricata di proteggere il gasdotto, senza però causare danni rilevanti.

Perché attaccare il TurkStream?

La strategia di colpire le infrastrutture energetiche russe, inclusi i gasdotti, ha un obiettivo dichiarato: indebolire economicamente la Russia. Il sabotaggio delle condutture, infatti, potrebbe ridurre le entrate derivanti dall’export di gas, limitando così la capacità di Mosca di finanziare la guerra in Ucraina. Tuttavia, i risultati di questa strategia sono tutt’altro che certi.

Nonostante le sanzioni e i tentativi di sabotaggio, la Russia ha dimostrato una straordinaria resilienza economica, trovando nuovi mercati per il proprio gas e petrolio. Secondo dati riportati dalla tedesca NTV, i proventi delle vendite di petrolio e gas russi sono addirittura aumentati del 26% nell’ultimo anno. In questo scenario, il vero danno rischia di ricadere sull’Europa, che si trova sempre più esposta a crisi energetiche e costi in aumento.

I rischi per l’Ucraina e l’Europa

L’attacco al TurkStream solleva una serie di interrogativi, soprattutto sui rischi che queste azioni comportano per l’Ucraina stessa e per l’Europa. Ecco alcuni punti critici:

1.Relazioni con la Turchia

La Turchia è uno dei principali beneficiari del gas trasportato dal TurkStream. Azioni del genere rischiano di incrinare ulteriormente i rapporti tra Kiev e Ankara, che già in passato aveva assunto un ruolo di mediatore nei negoziati di pace.

2.Rapporti con l’Europa

Nonostante l’Europa continui a sostenere l’Ucraina, attacchi che colpiscono direttamente le infrastrutture energetiche del continente potrebbero portare a un progressivo deterioramento dei rapporti. Basti pensare alla questione del Nord Stream: inizialmente attribuito alla Russia, è emerso in seguito che il sabotaggio era opera di un gruppo ucraino, con conseguente imbarazzo per molti governi europei.

3.Conseguenze legali e reputazionali

Attaccare infrastrutture energetiche strategiche potrebbe essere considerato una violazione del diritto internazionale, se non addirittura un crimine di guerra. Finora l’Ucraina sembra non temere queste conseguenze, forte del sostegno occidentale, ma il rischio rimane.

Domande senza risposta

A questo punto, è lecito chiedersi: quale valore strategico ha per l’Ucraina colpire sistematicamente le infrastrutture che forniscono gas all’Europa? Se l’obiettivo dichiarato è quello di indebolire la Russia, le conseguenze più immediate sembrano ricadere sugli stessi Paesi europei, che devono affrontare crisi energetiche e costi in aumento.

Secondo Le Monde, Gazprom, il gigante russo del gas, sta già ridimensionando le sue operazioni in alcune sedi, ma il vero problema rimane per noi europei, che rischiamo di trovarci a negoziare nuovi accordi energetici con la Russia a condizioni ben peggiori rispetto al passato.

Conclusioni

L’attacco al TurkStream è solo l’ultimo capitolo di una strategia che, a fronte di vantaggi incerti, comporta rischi significativi per l’Ucraina e per l’Europa. Mentre la Russia continua a diversificare i suoi mercati energetici, l’Europa rimane esposta a crisi sempre più frequenti e costose.

Quale sarà l’impatto a lungo termine di queste azioni? È una domanda a cui, forse, solo il tempo potrà rispondere.

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Danilo Torresi

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