Questa notte la Russia ha colpito praticamente tutta l’Ucraina con un attacco massiccio. Un’azione che, secondo Mosca, rappresenta una risposta all’offensiva ucraina più violenta mai avvenuta sul territorio russo, come riportato da Le Monde. Intanto, emergono dichiarazioni sorprendenti, come quella di Nikolai Patrushev, stretto collaboratore di Putin, che ipotizza la fine dell’Ucraina entro quest’anno. Ma partiamo con ordine.
L’incontro tra Zelensky e Tusk: pace o propaganda?
Il presidente ucraino Zelensky si è incontrato oggi con il primo ministro polacco Donald Tusk. Tra dichiarazioni e proclami, è emersa la volontà polacca di accelerare l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Zelensky, però, non si è limitato a questo: ha condiviso alcune cifre che, a dir poco, lasciano perplessi. Ha affermato che l’esercito ucraino conta 880.000 soldati, contro i 600.000 russi presenti sul territorio ucraino. Numeri che, a detta sua, dovrebbero garantire un vantaggio significativo, ma che non sembrano riflettersi sul campo, dove l’esercito russo continua ad avanzare.
E qui nasce una domanda spontanea: come è possibile che, con 280.000 uomini in più, le forze ucraine si trovino in inferiorità nei punti chiave? Secondo Zelensky, il problema sarebbe nella distribuzione delle truppe, con i russi che concentrano i loro sforzi su aree specifiche. Ma questa spiegazione non regge: prendendo per buoni i numeri forniti da Zelensky, se il comando non riesce a gestire una superiorità numerica così ampia, allora qualcosa non funziona.
Il bombardamento russo: un attacco senza precedenti
In seguito all’attacco ucraino sul territorio russo, Mosca ha risposto colpendo infrastrutture energetiche in tutto il territorio ucraino. Secondo le fonti ucraine, la Russia avrebbe lanciato 117 missili e droni, di cui 30 missili e 47 droni sarebbero stati intercettati. L’obiettivo dichiarato di Mosca è stato colpire la rete energetica ucraina, già in difficoltà, aggravando ulteriormente la situazione nel pieno dell’inverno.
Le regioni colpite includono Kharkiv, Sumy, Poltava, Zaporizhia, Dnipropetrovsk e Kirovohrad, oltre a Kiev dove centinaia di residenti si sono rifugiati nelle stazioni della metropolitana. Il ministro dell’Energia ucraino ha confermato blackout preventivi in diverse aree per contenere i danni.
Patrushev: “L’Ucraina potrebbe sparire entro il 2025”
A fare eco alla situazione già drammatica ci pensa Nikolai Patrushev, stretto collaboratore di Putin, che ha rilasciato dichiarazioni scioccanti: “Non è escluso che l’Ucraina cesserà di esistere quest’anno.” Secondo Patrushev, Mosca potrebbe accettare un cessate il fuoco solo a determinate condizioni, tra cui il riconoscimento della Crimea, delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhia e Kherson come territori russi. Ha anche sottolineato che eventuali colloqui dovrebbero avvenire tra Russia e Stati Uniti, escludendo completamente l’Europa, considerata irrilevante.
Zelensky e l’idea di pace “originale”
Nel frattempo, Zelenski propone la sua visione di pace, basata su due elementi principali: l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla NATO. Secondo lui, questi due passaggi rappresenterebbero le uniche vere garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Ha inoltre suggerito la possibilità di schierare forze della NATO sul territorio ucraino, un’idea che è ancora in discussione ma che rischia di infiammare ulteriormente il conflitto.
Una guerra senza fine?
A più di un anno dall’inizio del conflitto, la situazione sembra sempre più drammatica. Da una parte, l’Ucraina continua a chiedere armi e supporto economico, dall’altra la Russia avanza inesorabilmente. Nel frattempo, le vite dei cittadini ucraini restano in balia di decisioni che sembrano più mirate a prolungare la guerra che a risolverla.
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