A Pokrovsk, nel cuore del Donetsk, si sta scrivendo un altro capitolo del conflitto ucraino. La miniera principale della città, fondamentale per l’industria siderurgica ucraina, è stata chiusa a causa dei bombardamenti russi. Le truppe di Mosca avanzano, creando una situazione sempre più complessa al fronte e confermando la centralità strategica di questa zona. Ma andiamo con ordine.
Incontri a Kiev e bombe in sottofondo
La giornata di ieri (oggi mentre scrivo), giovedì 16 gennaio, ha visto Kiev come teatro di incontri diplomatici di alto livello. L’ambasciata italiana aveva preannunciato che il ministro Crosetto sarebbe stato impegnato in colloqui istituzionali nella capitale ucraina, mentre contemporaneamente anche il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, incontrava Zelensky.
La visita è stata accompagnata da un sottofondo di sirene e esplosioni: secondo Le Monde, poco prima della firma di un accordo ufficiale nel centro di Kiev, un drone russo ha sorvolato il distretto governativo, facendo scattare l’allarme aereo. Questo evento, ancora una volta, ha messo in evidenza la costante vulnerabilità della capitale ucraina, nonostante le ripetute richieste di nuove difese aeree da parte del governo di Zelensky.
Starmer, dal canto suo, ha promesso “100 anni di supporto” all’Ucraina, dichiarazione che è apparsa tanto solenne quanto utopica, considerando il livello di escalation che stiamo vivendo.
Pokrovsk: un obiettivo strategico per Mosca
Mentre le bombe cadono su Kiev, il fronte a est rimane incandescente. Pokrovsk è ormai uno dei punti centrali delle operazioni russe. L’obiettivo? Consolidare il controllo sul Donetsk, un’area chiave dal punto di vista logistico e industriale. Qui si trovano non solo importanti vie di collegamento, ma anche risorse strategiche come miniere e giacimenti.
Secondo The New York Times, la miniera vicina a Pokrovsk è stata chiusa per motivi di sicurezza. I bombardamenti russi hanno reso impossibile continuare le operazioni, in particolare dopo che un attacco a una sottostazione elettrica, avvenuto a dicembre 2024, ha reso inutilizzabile la struttura.
Ciò che colpisce è la narrazione contrastante: alcune fonti ucraine riportano che la miniera sarebbe stata “fatta esplodere” per rallentare l’avanzata russa, ma un’analisi più approfondita indica che semplicemente non era più sicuro lavorarci. La retorica, ancora una volta, sembra giocare un ruolo chiave nella comunicazione di entrambe le parti.
Perché Pokrovsk è così importante?
La chiusura della miniera rappresenta un colpo durissimo per l’Ucraina. Questo sito è fondamentale per l’industria siderurgica, che produce acciaio e altri materiali essenziali per la costruzione di armi e mezzi militari. Inoltre, Pokrovsk è un crocevia strategico: controllarla significa avere accesso a vie di rifornimento e comunicazione cruciali.
Ma non si tratta solo di acciaio. Poco lontano, a Shevchenko, si trova uno dei più grandi giacimenti di litio d’Europa, ormai sotto il controllo russo. Questa risorsa, fondamentale per le batterie e altre tecnologie avanzate, aggiunge ulteriore valore strategico alla regione.
Il fronte: un equilibrio precario
Gli ultimi report dell’Institute for the Study of War (ISW) indicano che i russi stanno intensificando i loro attacchi su Pokrovsk, utilizzando bombe guidate e droni. Sebbene non ci siano stati avanzamenti significativi, la pressione continua ad aumentare. La strategia di Mosca sembra essere quella di aggirare la città, accerchiandola lentamente.
Più a nord, a Toretsk, i combattimenti si concentrano nelle aree periferiche, con l’obiettivo di completare il controllo della città. Anche a sud, vicino a Velyka Novosilka, si registra una situazione simile: scontri intensi, ma nessun avanzamento confermato.
Una guerra di logoramento
Pokrovsk rappresenta un microcosmo del conflitto in Ucraina: una guerra di logoramento, dove le risorse naturali e le infrastrutture strategiche diventano bersagli tanto quanto i soldati. La chiusura della miniera non è solo una sconfitta per l’economia ucraina, ma un segnale chiaro che la pressione russa su questa regione non accenna a diminuire.
La domanda, a questo punto, è quanto ancora potrà resistere l’Ucraina sotto questa pressione. Con un’industria sempre più compromessa e un fronte che avanza lentamente ma inesorabilmente, il futuro appare incerto.
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