
L’arresto di Georgescu: una mossa politica o giustizia imparziale?
Georgescu, il favorito candidato alle presidenziali in Romania (quelle annullate all’ultimo minuto), è stato arrestato e interrogato per 5 ore proprio mentre stava per presentare la sua candidatura per le nuove elezioni di maggio. Coincidenza? Tempismo perfetto? O c’è qualcosa di più sotto la superficie? Andiamo con ordine.
La sequenza degli eventi: tutto troppo perfetto?
Le elezioni presidenziali in Romania erano state annullate appena 2-3 giorni prima del ballottaggio, con Georgescu nettamente in vantaggio. La motivazione ufficiale? Ingerenze russe e campagne di disinformazione tramite TikTok (sì, proprio tramite balletti e challenge virali). Subito dopo l’annullamento, hanno iniziato a girare notizie su presunti “influencer di TikTok” in fuga per il mondo. Roba da film, ma è tutto reale.
E ora, mentre stava per presentare la sua candidatura per le nuove elezioni, Georgescu viene fermato nel traffico e portato dritto in Procura. “Dov’è finita la democrazia? Dove sono i partner che dovrebbero difenderla?” ha dichiarato il suo staff sui social.
Ora, io non sono uno che crede ai complotti per partito preso, ma qui ci vuole davvero uno sforzo per non pensare che ci sia qualcosa di molto losco sotto.
Le accuse (che sembrano uscite da un film di spionaggio)
Le accuse contro Georgescu sono pesanti e variegate:
•Finanziamento illecito della campagna elettorale (che novità, vero?)
•Istigazione ad agire contro l’ordine costituzionale
•Costituzione di un’organizzazione a carattere fascista, razzista e xenofobo
•Promozione pubblica di culti della personalità legati a genocidi e crimini di guerra
Insomma, l’hanno dipinto come il supervillain perfetto, proprio nel momento in cui stava per vincere le elezioni. Ora, non sto dicendo che sia innocente a prescindere, ma queste accuse (così come la tempistica dell’arresto) puzzano di strategia politica lontano chilometri (un miglio direbbero nei film americani).
La questione dell’ingerenza russa (ancora?)
Nato e Unione Europea erano (e sono) preoccupati per la popolarità crescente di Georgescu, in quanto non si è mai appiattito sul fronte ultra-atlantista. E in questo periodo storico, se non sei ultra-atlantista, sei automaticamente filo-russo. Logico, no?
I titoli dei giornali europei non lasciano spazio a dubbi:
•ANSA: “In Romania fermato il filo-russo Georgescu. Trovate armi.”
•La Repubblica: “Romania: fermato il filo-russo Georgescu, trovati soldi e armi.”
•Corriere della Sera: “Romania, Georgescu incriminato per aver istigato azioni contro l’ordine costituzionale.”
Non ti sembra tutto un po’ troppo coordinato? Le armi trovate? Sono sue? Sono di amici di amici? Sono di uno che una volta gli ha stretto la mano? E i soldi? Perché non ci sono prove chiare?
Complottismo? No, semplicemente realtà politica
Qui non si tratta di complottismo, ma di logica: arresti un candidato quando sta per presentare la sua candidatura, dopo avergli annullato le elezioni che stava per vincere. Accuse vaghe, tempismo perfetto e copertura mediatica coordinata. È tutto talmente palese da sembrare una lezione di politica repressiva for dummies.
Georgescu, uscendo dall’interrogatorio, ha dichiarato: “Andiamo avanti. Non ci inginocchieranno.” Ed è proprio così: questa strategia sta solo aumentando il suo consenso popolare. Se l’obiettivo era fermarlo, stanno facendo l’esatto opposto.
La posizione dell’Europa: la democrazia a intermittenza
Quello che fa riflettere è la posizione dell’Europa in tutto questo. Dove sono i paladini della democrazia ora? Ah già, è una “democrazia selettiva”: va bene solo se vincono i candidati che piacciono al sistema.
Elon Musk (sì, proprio lui) ha commentato l’accaduto, condannando apertamente l’ingerenza nelle elezioni in Romania. Lo stesso ha fatto il vice-presidente americano Vance.
Gli stessi valori che l’Europa predica al mondo stanno svanendo al suo interno. In Romania, come in altri paesi dell’Est Europa, l’interferenza politica nelle elezioni sta raggiungendo livelli mai visti prima. E la risposta dell’UE? Silenzio assoluto.
Cosa succederà ora?
Le elezioni sono fissate per maggio: il 4 maggio il primo turno, il 18 maggio il ballottaggio. Se continueranno con questa strategia repressiva, non solo aumenteranno il consenso di Georgescu, ma rischiano anche di innescare proteste ancora più forti.
E se dovesse vincere? Come reagiranno i grandi paladini della democrazia europea? Lo faranno arrestare di nuovo? Annulleranno nuovamente le elezioni?
Il panorama politico in Romania (e in Europa) sta diventando sempre più surreale, e non vedo come possano uscire da questa situazione senza ulteriori danni alla credibilità dell’UE.
La domanda vera è: quanto siamo disposti a chiudere gli occhi davanti a questo scempio della democrazia, solo perché non ci piace il candidato in questione?
_____________________
Grazie per aver letto questo articolo!
Se ti è piaciuto ti invito ad abbonarti 👈 qui.
Con il tuo sostegno, potrò continuare a produrre contenuti di qualità e a condividere le mie conoscenze e le mie idee con te, sia attraverso il sito che attraverso i miei video su YouTube.
Grazie per il tuo supporto!