CERCAPERSONE ESPLOSI SIMULTANEAMENTE, migliaia di feriti, tra le vittime anche bambini


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La notizia che sta sconvolgendo il Libano è davvero inquietante: migliaia di cercapersone sono esplosi simultaneamente, causando centinaia di vittime e feriti, tra cui bambini innocenti. Questo attacco, apparentemente mirato ai miliziani di Hezbollah, ha generato un’enorme ondata di shock e paura, e le ripercussioni continuano a espandersi, soprattutto perché si sospetta fortemente il coinvolgimento di Israele.

Questa vicenda è avvolta nel mistero e nelle speculazioni. Secondo le prime ricostruzioni, Hezbollah avrebbe smesso di utilizzare i normali cellulari per paura di essere intercettato, passando invece all’uso dei cercapersone, dispositivi ormai considerati obsoleti ma ritenuti più sicuri. Tuttavia, nella giornata di ieri, migliaia di questi apparati sono esplosi simultaneamente, causando una vera e propria tragedia. Al momento si parla di circa 12 morti, tra cui due bambini, e di migliaia di feriti. Le cifre sono ancora incerte: alcune fonti parlano di 2800 feriti, mentre altre arrivano a stimare fino a 4000 persone coinvolte, molte delle quali in condizioni gravi, con necessità di interventi urgenti.

Gli ospedali in Libano sono già al collasso. Le immagini che circolano online mostrano scene drammatiche, e la paura che il bilancio dei morti possa aumentare è concreta. Alcune delle ferite riportate dalle vittime sono gravissime: amputazioni, lesioni oculari, traumi che richiederanno interventi medici complessi.

La domanda che tutti ci poniamo è chi ci sia dietro questo attacco. Sebbene non ci siano conferme ufficiali, molti puntano il dito contro Israele, che avrebbe orchestrato questa operazione per colpire Hezbollah. Israele, come spesso accade in questi casi, non ha né confermato né smentito il proprio coinvolgimento, ma tutte le prove sembrano puntare verso Tel Aviv.

Inoltre, un funzionario di Hezbollah ha dichiarato all’Associated Press che dietro questo attacco c’è proprio Israele. È interessante notare come gli Stati Uniti, sempre pronti a prendere le distanze, abbiano subito dichiarato tramite la portavoce della Casa Bianca, Karin Jean-Pierre, che non erano a conoscenza dell’attacco e che non hanno avuto alcun ruolo nella vicenda.

Alcuni ipotizzano che la causa delle esplosioni sia stata un malware inserito nei cercapersone, che avrebbe portato a un surriscaldamento delle batterie, innescando così le esplosioni. Ci sono diverse speculazioni in merito: si parla di un’operazione pianificata con largo anticipo, che avrebbe visto la manipolazione dei dispositivi fin dalla fase di produzione. Secondo alcune fonti, infatti, i cercapersone sarebbero stati fabbricati da un’azienda ungherese, con il coinvolgimento di Israele e del Mossad.

Non solo Hezbollah ha subito danni: queste esplosioni hanno colpito anche civili innocenti, persone che non avevano nulla a che fare con i miliziani. Tra le vittime ci sono bambini, e questo rende il tutto ancora più drammatico. Si racconta di un uomo che stava facendo acquisti al mercato e che si è ritrovato vittima dell’esplosione, insieme ad altri passanti innocenti.

Hezbollah non ha tardato a rispondere, minacciando ritorsioni contro Israele. Hanno definito Israele un “nemico criminale” e promesso una “dura punizione” in risposta.

Nel frattempo, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha ribadito che gli Stati Uniti non erano coinvolti e che stanno cercando di mantenere aperti i negoziati per un cessate il fuoco nella regione, anche se, dati i fatti recenti, tutto ciò appare sempre più lontano.

Questa vicenda è emblematica del clima di tensione che si respira in Medio Oriente. Gli scontri tra Israele, Libano, Hezbollah e gli altri attori regionali stanno raggiungendo livelli preoccupanti, con ripercussioni devastanti sulla popolazione civile. La guerra, purtroppo, mostra sempre il suo lato più brutale, colpendo chi non ha nulla a che fare con essa, come i bambini e le famiglie che si trovavano nei pressi delle esplosioni.

Questo evento solleva anche questioni etiche importanti: è giusto utilizzare tali mezzi contro un nemico, sapendo che inevitabilmente coinvolgeranno anche civili innocenti? Possiamo davvero parlare di “atto terroristico”, come suggerisce qualcuno, o si tratta semplicemente di una vigliaccata?

Sono domande difficili, ma una cosa è certa: queste azioni non fanno altro che alimentare l’odio e prolungare un conflitto che sembra non avere fine. Anche se le indagini sono ancora in corso, è evidente che la situazione sta diventando sempre più critica.

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Danilo Torresi

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