LE NUOVE RECLUTE UCRAINE SCAPPANO e IL COSTO DELLA GUERRA rischia di rimanere solo all’Europa


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La guerra in Ucraina continua, e mentre Zelensky invia al fronte nuove truppe, la situazione sul campo diventa sempre più complicata. E non sono solo io a dirlo, ma persino alcuni media occidentali che riportano notizie allarmanti sullo stato delle nuove reclute ucraine: scappano, hanno paura, sono impreparate e, come se non bastasse, mancano le attrezzature. Insomma, una situazione pessima sotto ogni punto di vista.

Mentre l’Europa cerca di far finta che tutto sia sotto controllo, la verità è che il supporto degli Stati Uniti rischia di venire meno, soprattutto se alle prossime elezioni dovesse vincere Trump. Lui l’ha detto chiaramente che Non è un problema degli USA, è una guerra che riguarda l’Europa. Eh sì, proprio così! Dopo anni a seguire ciecamente gli ordini degli americani, ci ritroveremo con i cocci in mano. Bravi noi.

Le reclute ucraine: scappano e non sanno sparare

Torniamo però al fronte. La denuncia arriva direttamente dai comandanti ucraini: le nuove reclute sono impreparate, spesso fuggono alla prima occasione, e se rimangono, non sanno nemmeno sparare. Non è esattamente quello che ci aspetteremmo da un esercito che dovrebbe resistere all’avanzata russa, vero? Ma questo è solo uno dei problemi. A peggiorare la situazione, c’è la mancanza di attrezzature, probabilmente elmetti, divise e fucili, non di missili a lungo raggio o carri armati pesanti. Insomma, roba fondamentale per chi deve andare in battaglia.

Zelensky può anche continuare a chiedere aiuti all’Occidente, ma la verità è che il morale delle truppe ucraine è a pezzi. E mentre l’Europa si prepara a sostenere da sola il peso finanziario di questo conflitto, le voci dall’Ucraina si fanno sempre più insistenti: “Non possiamo vincere”. Ma sembra che nessuno voglia ascoltare.

E l’Europa? Rischia di rimanere sola

L’Unione Europea ha deciso che questa è una minaccia esistenziale per la sicurezza del suo vicinato e sta cercando di prepararsi ad affrontare l’onere finanziario, magari senza l’aiuto degli Stati Uniti. Forse. Perché se vince Trump, lo sappiamo già, l’Europa dovrà cavarsela da sola. La strategia? Continuare a inviare armi e soldi in Ucraina, anche se i risultati sembrano sempre più incerti. Nel frattempo, la Russia avanza, giorno dopo giorno, e l’esercito ucraino perde terreno e uomini. Il fronte del Donbass, in particolare, sta erodendo sotto la pressione russa, e la presa dell’esercito di Kiev sulla regione di Kursk sembra sempre più debole.

Una soluzione diplomatica? Forse è tardi

La verità è che questa guerra, così come è stata condotta finora, sembra destinata a trascinarsi ancora a lungo, con un coinvolgimento sempre maggiore dell’Europa e un allontanamento progressivo degli Stati Uniti. E se l’Ucraina non riuscirà a fermare l’avanzata russa, l’unica opzione rimasta potrebbe essere una resa. Ma parlarne è ancora un tabù per molti.

La questione principale: scappano

Non è solo la mancanza di attrezzature o l’inferiorità numerica a preoccupare. Ci sono quattro problemi principali:

1. Mancanza di formazione: Molte reclute non hanno nemmeno le basi per combattere, e i comandanti stimano che tra il 50% e il 70% di queste nuove leve vengano uccise o ferite nei primi giorni al fronte. Praticamente un suicidio collettivo.
2. Fuga dal fronte: Appena arrivano al fronte, molti scappano al primo colpo di proiettile. Non è un fenomeno nuovo, purtroppo.
3. Paralizzati dalla paura: Alcuni soldati sono letteralmente paralizzati dalla paura e non riescono nemmeno a sparare al nemico. E così finiscono per tornare a casa in sacchi mortuari.
4. Mancanza di attrezzature: Come già accennato, manca l’attrezzatura di base. Non parliamo di F-16 o carri armati, ma di elmetti, fucili e munizioni. Siamo messi male, insomma.

Qual è la soluzione?

Qualcuno dirà che l’unica via d’uscita è un cessate il fuoco e la diplomazia. Ma sembra che questa opzione sia sempre meno sul tavolo. Al contrario, si continua a parlare di inviare più armi e fomentare il conflitto. Ma fino a quando? E con quali risultati?

L’Europa, nel frattempo, rischia di suicidarsi da sola, coinvolgendo anche la NATO, e chissà, magari anche gli Stati Uniti. Per ora, però, siamo noi europei a doverci preparare a raccogliere i cocci di una guerra che sta consumando le vite ucraine, devastando il loro territorio e impoverendo le nostre economie.

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Danilo Torresi

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