L’Europa: preparare la guerra per il 2028 | Zelensky: non cederò il Donbas e la Crimea


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Europa e Ucraina: una linea bellicista senza fine

L’Europa continua sulla linea bellicista: più armi, più sostegno militare all’Ucraina. I rappresentanti della Commissione Europea, ormai intrappolati nelle loro stesse dichiarazioni, non possono fare altro che ribadire quanto detto finora. Kaja Kallas, l’alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’UE, ha recentemente affermato che l’Europa deve prepararsi alla guerra con la Russia entro il 2028. Insomma, un messaggio forte e chiaro: non solo dobbiamo spendere per prevenire la guerra, ma anche per prepararci a combatterla.

Nel frattempo, la presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, ha ricordato che, mentre ci concentriamo sull’Occidente, non dobbiamo dimenticare l’Oriente, con la Cina che continua a espandere la sua influenza economica.

Alla buonora.

Zelensky cambia tono: niente compromessi sul Donbas e la Crimea

Con l’insediamento di Trump, Zelensky ha cambiato marcia. Se prima ammetteva implicitamente di non poter riconquistare i territori occupati, ora ribadisce che non riconoscerà mai legalmente le aree controllate dalla Russia, indipendentemente dalla pressione internazionale. Un cambio di rotta dettato dal panico, con Kiev che si attacca sempre di più all’Europa dopo aver percepito il disimpegno americano.

In un discorso da Davos, Zelensky ha lanciato l’ennesimo appello all’Europa: “Dovete fare di più, dovete essere più indipendenti, dovete armarvi di più.” Non solo: ha anche sottolineato che l’adesione dell’Ucraina alla NATO dipenderà interamente dalla volontà di Trump, confermando ancora una volta quanto l’Europa sia totalmente subordinata alle decisioni americane.

La visione europea: prepararsi alla guerra

Secondo Kaja Kallas, la Russia potrebbe testare la prontezza dell’UE tra il 2028 e il 2030. La parola d’ordine ora è “investire di più nella difesa” per evitare di apparire deboli agli occhi di Mosca. Ma davvero pensano che Putin abbia già fissato una data sul calendario per l’attacco all’Europa?

Nel frattempo, anche il primo ministro estone ha ribadito la necessità di destinare almeno il 5% del PIL alla difesa, un obiettivo che, se raggiunto, comporterebbe inevitabili tagli su altri settori chiave come la sanità e l’istruzione.

La questione degli aiuti americani e il ruolo di Trump

Trump, con il suo ordine esecutivo di sospensione degli aiuti esteri, ha gettato l’Ucraina nel panico. Kiev, che fino a ieri contava ciecamente sul supporto americano, ora deve rivedere le proprie strategie. Zelensky insiste nel dire che la sospensione non riguarda gli aiuti militari, ma le reazioni e i toni usati tradiscono un nervosismo evidente.

Trump ha promesso di concludere la guerra in 100 giorni, ma il problema rimane: l’Europa si ritroverà con la “patata bollente” in mano, costretta a gestire una situazione che rischia di trascinarla in un conflitto senza fine.

Conclusioni

L’Europa si trova in una situazione critica: da un lato, continua a seguire una linea di escalation militare che potrebbe portare al coinvolgimento diretto, dall’altro, deve fare i conti con una leadership americana che ha cambiato radicalmente le sue priorità. Zelensky, nel frattempo, cerca disperatamente di mantenere la credibilità, ma la realtà sul campo è impietosa.

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Danilo Torresi

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