
Emmanuel Macron è volato negli Stati Uniti per incontrare Donald Trump e, tra un sorriso e una stretta di mano, ha chiesto il “permesso” di inviare truppe dell’Unione Europea in Ucraina. Certo, non è che ha fatto la richiesta diretta, ma il succo della visita è tutto lì (o quasi). Ma perché? E soprattutto, cosa sta succedendo tra Europa e Stati Uniti in questo periodo di caos geopolitico? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Macron, la Meloni e la gelosia politica
Uno dei motivi aggiuntivi dietro la visita di Macron a Trump è stato il tentativo di ritagliarsi un ruolo più rilevante nello scenario internazionale. Attualmente, però, sembra che la preferita di Trump in Europa sia Giorgia Meloni. Macron non vuole essere da meno e ha colto l’occasione per riposizionarsi come interlocutore di riferimento per gli Stati Uniti in Europa.
L’Europa è in crisi di identità politica. Dopo anni di allineamento con la politica democratica statunitense, i leader europei si trovano ora disorientati dal ritorno di Trump e dal suo approccio imprevedibile. Macron cerca di navigare in queste acque agitate, proponendosi come mediatore e, allo stesso tempo, cercando di mantenere l’Europa rilevante nei negoziati sulla guerra in Ucraina.
Trump, Macron e la “pace giusta e duratura”
Durante l’incontro, Macron ha parlato di una “pace giusta e duratura” per l’Ucraina, un concetto che sembra voler ammorbidire la narrativa precedente della “vittoria totale” sull’esercito russo. Questa nuova retorica di pace si accompagna alla proposta di inviare truppe dell’UE in Ucraina, ufficialmente per garantire il rispetto di questa “pace giusta e duratura”.
Trump, dal canto suo, non ha mostrato obiezioni particolari, a patto che l’intervento europeo non comporti costi o rischi per gli Stati Uniti. In altre parole: l’Europa può fare quello che vuole, basta che non chieda né soldi né coinvolgimenti a Washington.
La spaccatura in Europa e il ruolo dell’Italia
In tutto questo, l’Europa è più divisa che mai. All’ONU, gli Stati Uniti e la Russia hanno votato insieme contro una risoluzione europea sull’Ucraina, lasciando l’Unione Europea sola a sostenere l’integrità territoriale ucraina. Un segnale chiaro di come gli Stati Uniti stiano giocando su più tavoli, negoziando con la Russia mentre lasciano l’Europa a difendere Kiev.
L’Italia osserva da spettatrice interessata. Meloni si è già guadagnata le simpatie di Trump, ma il dibattito sull’eventuale invio di truppe italiane in Ucraina è ancora in fase embrionale. Al momento, non ci sono decisioni ufficiali, ma la situazione potrebbe evolversi rapidamente se Macron riuscisse a convincere altri leader europei a seguirlo.
Le vere motivazioni di Macron (e di Trump)
Dietro le dichiarazioni ufficiali di Macron su una “pace giusta e duratura” si nasconde la volontà di consolidare il ruolo della Francia come potenza leader in Europa. Al contempo, l’idea di inviare truppe dell’UE in Ucraina potrebbe anche essere un modo per bilanciare l’influenza americana sul conflitto, tentando di ridare un minimo di autonomia politica al vecchio continente.
Trump, invece, ha tutto da guadagnare lasciando che l’Europa si incarichi della sicurezza ucraina. In primo luogo, evita di impegnare soldati statunitensi. In secondo luogo, tutte le armi necessarie verranno acquistate dagli Stati Uniti, trasformando l’intervento europeo in un affare redditizio per l’industria bellica americana.
Ma Putin che ne pensa?
Secondo Trump, Putin non avrebbe nulla in contrario all’invio di truppe europee in Ucraina, purché gli Stati Uniti restino fuori dai giochi. Tuttavia, c’è un dettaglio che stona: uno dei motivi che ha scatenato l’invasione russa è stato proprio il timore di una presenza militare NATO in Ucraina. Come si concilia questo con l’invio di truppe europee, provenienti da paesi membri della NATO? La contraddizione è evidente e potrebbe trasformarsi in un problema molto serio in caso di incidenti sul campo.
Macron, Trump e la “gara di popolarità” con Meloni
Oltre ai discorsi geopolitici, c’è un altro aspetto interessante: Macron sembra geloso dell’attenzione che Trump sta riservando a Giorgia Meloni. Anche lei, infatti, ha parlato di “pace giusta e duratura” durante il G7, un’espressione sorprendentemente simile a quella utilizzata da Macron. Coincidenza o strategia coordinata? O forse, più semplicemente, una gara di popolarità agli occhi di Trump?
Cosa aspettarsi ora?
Mentre Macron cerca di ritagliarsi un ruolo di leader in Europa e Trump continua a giocare su più tavoli, il grande escluso resta Zelensky. Ormai isolato diplomaticamente, sembra essere diventato un personaggio scomodo, che tutti cercano di evitare. Anche l’anniversario dell’invasione russa è passato in sordina, segno di un crescente disinteresse internazionale verso la sua figura.
La situazione resta fluida e imprevedibile, ma una cosa è certa: il futuro dell’Ucraina dipenderà non solo dalle battaglie sul campo, ma soprattutto dai giochi di potere tra Stati Uniti, Europa e Russia.
Macron riuscirà a convincere Trump? E Meloni, come reagirà a questa mossa del presidente francese? L’Europa riuscirà finalmente a trovare una linea politica comune o resterà divisa come sempre? Confido che le risposte arrivino presto.
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