Starmer da Trump per parlare di eserciti in Ucraina e spese per le armi al 5%


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Starmer è andato da Trump. La missione? Provare a convincerlo a non abbandonare troppo l’Europa e strappare un assenso per l’invio di truppe europee in Ucraina. Ah, e come dono di benvenuto, ha portato un bell’impegno a spendere il 3% del PIL per le spese militari, giusto per far contento il “Re Donald”.

E com’è andata? Male, ovviamente. L’incontro è stato praticamente una fotocopia di quello di Macron, ma con ancora meno sorrisi. Trump ha ripetuto il solito ritornello: “Niente NATO per l’Ucraina”, “La pace o si fa ora o mai più” e, giusto per chiarire chi comanda, ha aggiunto: “Senza gli USA, l’Europa non è in grado di tener testa alla Russia”.

In pratica, ha chiesto all’Europa: “Siete capaci di affrontare la Russia da soli?” La risposta, ovviamente, è stata silenzio imbarazzante. E quindi Trump ha deciso per tutti: “Facciamo la pace e poi ne riparliamo dei peacekeeper europei”. E l’Europa, ancora una volta, a cuccia.

Niente NATO per l’Ucraina: archiviamo l’argomento

Lo ha detto a Macron e lo ha ripetuto a Starmer: “Scordatevi l’Ucraina nella NATO”. Per Trump, è stata la causa scatenante della guerra e non ha nessuna intenzione di far arrabbiare Putin ulteriormente.

Quindi, argomento chiuso. Se ne riparlerà (forse) tra quattro anni, dopo che Trump avrà concluso il suo mandato.

Forze di pace europee in Ucraina: Trump dice sì, ma senza coinvolgimenti americani

L’Europa insiste con l’idea di inviare forze di pace in Ucraina. Trump ha detto “Va bene, basta che non scatti l’articolo 5 della NATO”, cioè che gli Stati Uniti non vengano coinvolti. Perché? Semplice, non vuole spendere un dollaro per una guerra in Europa.

“Io mi sgancio, fate voi. Ah, però le armi le comprate da noi, ok?” Praticamente, Trump ha trovato un modo per incassare senza rischi: l’Europa invia truppe, compra armi dagli Stati Uniti e lui intanto fa i suoi affari con Putin.

Trump a Starmer: “Non mi fate saltare l’accordo con Putin”

Trump ha detto chiaramente a Starmer: “Penso che siamo molto avanti con l’accordo, ma non abbiamo ancora concluso”. In altre parole, “Non mi rovinate tutto con queste idee sulle forze di pace”.

Dal Cremlino, intanto, è già arrivato un “No secco”: “Non accetteremo truppe di pace europee in Ucraina”, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Lavrov. E, a dirla tutta, è difficile dargli torto: come potrebbero essere imparziali dei paesi che stanno ancora armando Kiev contro Mosca?

Starmer implora aiuto: “Non possiamo farcela da soli”

Starmer ci ha provato in tutti i modi a convincere Trump a non abbandonare l’Europa. Ha detto: “Abbiamo bisogno di una rete di sicurezza americana”. Tradotto: “Senza di voi siamo spacciati”.

Trump, ovviamente, ha risposto con un bel “Le faremo sapere”. E Starmer è tornato a casa con un pugno di mosche.

Trump fa finta di dimenticare cosa ha detto qualche giorno fa.

Durante la conferenza stampa, Trump ha finto di dimenticarsi di aver chiamato Zelensky “dittatore”. Ha detto con tono innocente: “L’ho chiamato dittatore io? Non posso crederci”.

Vertice della difesa a Londra: l’Europa nel pallone totale

Domenica, i leader europei si incontreranno a Londra per parlare della difesa comune e dell’invio di truppe in Ucraina. È il quarto incontro in meno di un mese.

Ma a giudicare da come stanno andando le cose, non decideranno niente. Continueranno a parlare di peacekeeping e spese militari, sperando che nel frattempo qualcuno tiri fuori un’idea credibile.

Il problema è che Trump ha già deciso tutto e l’Europa non fa altro che inseguire le sue mosse, senza mai prendere una posizione chiara.

Spese militari al 5% del PIL: Trump ringrazia

Starmer ha promesso di aumentare la spesa militare del Regno Unito al 3% del PIL. Un regalo perfetto per Trump, che intanto si prepara a vendere ancora più armi all’Europa. Anche se lui aveva chiesto il 5%, e spera di ottenere il massimo possibile dagli “alleati” europei.

Il bello è che continuiamo a comprare armi dagli Stati Uniti, anche mentre Trump ci minaccia con dazi del 25% su tutte le esportazioni europee.

Dazi al 25%: l’Europa incassa e tace

Trump ha minacciato dazi al 25% sulle esportazioni europee, accusando l’UE di essere “nata per fregare gli Stati Uniti”. E la risposta dell’Europa? Silenzio totale.

Anzi, c’è pure chi come Tusk (primo ministro polacco) si è offeso e ha risposto: “L’UE è stata creata per mantenere la pace”. Certo, proprio quella pace che i caccia polacchi rischiano di far saltare ogni due per tre, alzandosi in volo ogni volta che Putin starnutisce.

L’Europa continua a non contare nulla

Starmer è andato a supplicare Trump di non abbandonare l’Europa. Trump ha ascoltato, ha sorriso, ha finto amnesie e poi lo ha liquidato con un “Le faremo sapere”.

Intanto, l’Europa continua a inseguire le mosse di Trump, senza mai prendere una posizione chiara. Domenica si incontreranno a Londra, ma non aspettarti grandi annunci. Continueranno a parlare di peacekeeping e spese militari, senza mai decidere nulla di concreto.

Trump, intanto, fa accordi con Putin e si prepara a strozzare l’Europa con i dazi. E noi? Silenzio totale.

Un ultimo pensiero (amaro)

L’Europa non conta più nulla. Macron è andato a fare la bella statuina a Washington, Starmer è tornato a casa con un pugno di mosche e Meloni fa finta di niente.

Intanto, Trump fa i suoi affari con Putin, ci minaccia con dazi al 25%, ci vende armi e continua a decidere per tutti.

Abbiamo capito tutti il gioco di Trump, tranne i nostri politici.

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Danilo Torresi

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