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Biden approva l’invio di mine antiuomo “non persistenti” all’Ucraina, sollevando polemiche etiche e strategiche. Una mossa controversa, tra accuse di sabotaggio a Trump e rischi per i civili. In un contesto di geopolitica confusa, l’Europa rimane spettatrice passiva di decisioni prese oltreoceano.

Mark Rutte sollecita la NATO a rafforzare l’aiuto all’Ucraina, mentre l’ipotesi di un’adesione di Kiev all’Alleanza resta sospesa. Con Trump che minaccia di interrompere i finanziamenti e tensioni crescenti con Corea del Nord, l’Europa si trova a scegliere tra dipendenza dagli USA e autonomia strategica.

Zelensky intensifica le accuse verso Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, lamentando il calo di sostegno nella guerra contro la Russia. È frustrato dall’indifferenza dei suoi alleati e dall’attenzione dell’Occidente ormai in declino. Potrebbe essere il momento per leader ucraino di pensare al futuro del conflitto e ad una possibile via diplomatica?

Nonostante i racconti mediatici di una Russia in difficoltà, l’Ucraina continua a perdere terreno, con il caos e la confusione a dominare la narrazione. Tra dati incerti e notizie contrastanti, la realtà sembra sfuggire, mentre l’Europa si dissangua economicamente in un conflitto che appare senza via d’uscita.

La Russia sta gradualmente riconquistando Kursk, precedentemente preso dagli ucraini durante un’operazione fallita ad agosto. Nonostante la narrativa occidentale insista sulle difficoltà russe, i fatti mostrano una realtà diversa, mentre l’Europa continua a subire gli effetti economici e sociali del conflitto.

Zelensky ha presentato alla Rada il suo “Piano di Vittoria”, delineando cinque punti principali: adesione alla NATO, operazioni sul territorio russo, basi missilistiche in Ucraina, nuove sanzioni contro la Russia e un ruolo futuro per l’Ucraina nella difesa europea. Il piano mira a concludere la guerra entro il 2025.

La disfatta di Kursk è stata un disastro per Kiev, ma i media occidentali ne parlano poco. L’operazione ucraina, iniziata ad agosto 2024, si è rivelata fallimentare. Le truppe russe avanzano, mentre Kiev perde terreno e sostegno internazionale, rendendo sempre più evidente la difficoltà del conflitto.

Zelensky intraprende un tour europeo per chiedere armi e fondi, mentre l’Ucraina continua a perdere territori e risorse. Con il sostegno occidentale in declino, il leader ucraino cerca disperatamente appoggio, ma la pazienza dei pochi sostenitori rimasti sembra sempre più limitata.

Cade anche Toretsk in Ucraina, un punto strategico nel Donbas, e mette in luce la discrepanza tra la narrativa mediatica e la realtà sul campo.Aumenta la pressione russa, gli errori tattici ucraini e le implicazioni geopolitiche, con uno sguardo critico sull’informazione occidentale.

Attacco con droni in Crimea colpisce un deposito petrolifero a Feodosia, danneggiando serbatoi e causando un grande incendio. Contemporaneamente, un attacco hacker colpisce l’infrastruttura digitale russa, interrompendo trasmissioni televisive e radio. La guerra si intensifica anche nel mondo digitale.